Header Ads


Il pestaggio di Monti/2: la resistibile ascesa mediatica dei naziskin di noantri

(umt) E' una storia vecchia ormai di vent'anni ma di straordinaria attualità quella della 'bufala' mediatico--giudiziario sulla "banda di naziskin" del rione Monti. Una storia da ricordare nel momento in cui si tenta di qualificare politicamente (a partire dalla pagina facebook di uno degli arrestati) la tragedia del pestaggio del musicista. Io l'ho raccontata così nella prima edizione di "Fascisteria":
È una notte di gennaio del 1992: nei giardinetti di Colle Oppio sono accol­tellati due maghrebini che dor­mono, un terzo sfugge alla violenza di una banda di 15 skin. Si scatena immediatamente il Barnum mediatico: finalmente i tanto attesi naziskin – al­l’offensiva nella Germania appena unificata – sono sbar­cati in Ita­lia. L’unico prece­dente – la rissa del cinema Capranica – non fa testo: è di tre anni prima, i prota­goni­sti sono militanti dell’estrema destra di ottima fami­glia, irriducibili allo schema degli “sporchi, brutti e cattivi”.
L’u­nico effetto dei titoli strillati sull’episodio è di susci­tare un’on­data imitativa: una maestrina “terrona” minacciata sul treno pendolari tra Bergamo e Milano, scritte e manifesti mi­nacciosi a Caserta ed Enna, altri pe­staggi a Roma e in Sardegna. La rapida opera­zione di polizia, che porta all’ar­resto dei picchiatori in pochi giorni, getta acqua sul fuoco: tutti ‘bravi ragaz­zi’, infima borghesia e proleta­riato del popoloso quar­tiere di Monti, microtraumi sociali – uno sfratto, la mancanza di lavoro – ma nessuna grande violenza tale da giustificare l’im­barbarimento. Una banda che bivacca in una sala giochi di via Pa­ni­sperna, qualche ra­gazza, qualche ragazzino, nessun precedente penale, niente po­litica. Sono smentiti per­sino i legami coi Viking: uno solo è ultrà laziale. Il pretesto del raid: una lite per il “fumo” trasformata in un tentativo di stupro per compattare la truppa per la spedizione punitiva. Uno degli arrestati scrive sul dia­rio: “oggi ho sprangato due marocchini”. Al processo, spenti i riflettori del circo, se la ca­vano con una condanna ridicola: 2 anni di carcere. Maurizio Boccacci – sulla cresta dell’onda per la fe­lice intuizione di reclu­tare gli skin nel suo piccolo gruppo – condanna secca­mente il du­plice tentato omicidio: “Un atto bestiale senza senso, una provo­cazione nei nostri confronti”. Una presa di distanza inutile: “Colle Oppio – spiega Roberto Valac­chi, allora leader degli skin di MP oggi vicesindaco di una giunta di centro destra nel suo paese dei Castelli romani – rap­presenta un punto di svolta ri­spetto all’at­tenzione riservata agli skin fino a quel momento, anche perché non c’era stato a Roma nessun fatto in cui gli skin fossero coinvolti (...) ad eccezione della vicenda del Capranica che aveva connotati politici. Tutti ne parlano ma nessuno sa quello che è emerso al processo, e cioè che in realtà quei ragazzi si erano scontrati contro un gruppo di militanti dell’autonomia ope­raia che avevano avuto la peggio. Men­tre a Colle Oppio non c’è assolutamente niente di politico perché non c’erano fascisti né skin”.

2 commenti:

  1. si poverini è tutta una montatura mediatica...spiegatelo a alberto bonanni...

    RispondiElimina
  2. hai qualche difficoltà di comprensione, la montatura mediatica era la qualificazione politica del pestaggio di vent'anni fa ...

    RispondiElimina

Powered by Blogger.