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Ricordando Cico De Palma, parliamo del Vomero tra leggenda nera e realtà

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(umt) In alcuni messaggi di commenti per la morte di Cico De Palma (di cui si celebra oggi la cerimonia degli addii) torna il motivo del rimpianto dell'ultimo appuntamento mancato dall'amico. Una rimpatriata fissata proprio per quel sabato. La storia me l'ha raccontata Maurizio Ruggiero, uno degli altri protagonisti della leggenda sul Vomero nero. La foto che mi ha mandato  è accompagnata da questa didascalia, che riporto com'è, con tutti i caratteri rigorosamente in minuscolo:

Questi ragazzi sono la vecchia guardia del vomero, ognuno di loro ha storie personali profonde, dei miti per i giovani di allora, un gran coraggio, molto uniti, spietati fedeli e pronti a buttarsi nel fuoco per l'altro, rischiavano la morte tutti i giorni e insieme hanno fatto tanti anni di carcere. sono la storia della militanza anni 70. in ordine: peppe marotta, rosario lasdica, mario mascolo, maurizio esposito segr. del fdg vomero dopo cico, oreste petti, maurizio ruggiero, ernesto nonno, antonio torre, alfredo goglia [in realtà quest'ultimo, ex responsabile regionale di CasaPound, è 'tagliato' nella foto: l'ultimo a destra è Antonio Torre, già vicesegretario nazionale di Forza nuova, ndb]. ci siamo riuniti il 29 aprile in"cuori neri", doveva venire anche cico.
Chi mi conosce personalmente sa che buona parte del mio repertorio di cabaret napoletano verte sul dileggio del Vomero e dei vomeresi come specie (sub)umana ma vi posso assicurare che la storia politica urbana non ha nulla a che vedere con il mio pregiudizio tribale.
A tal proposito mi sembra interessante la questione sollevata da Gianmario Roberti:
Questa triste vicenda mi fa ripensare alle considerazioni da me fatte in passato sulla leggenda nera del Vomero. Un quartiere che, a dispetto di tale fama, elegge da 20 anni amministrazioni circoscrizionali di sinistra. Lustri nel corso dei quali Msi ed An hanno tutto sommato riportato consensi assai più contenuti rispetto ad altre aree cittadine, come quartieri popolari del centro storico, San Carlo Arena, la Sanità, dove il culto del Duce era consacrato anche dal ras Misso o' nasone, e dove ancora oggi il nostalgismo è coltivato dagli strati più tradizionalisti del popolo. Siamo, appunto, in presenza di una leggenda, la cui mitopoiesi è avvenuta negli spietati anni '70, dove effettivamente le strade del Vomero erano infuocate? Oppure ha inciso la galoppante borghesizzazione del "quartiere dello shopping", che ha abbandonato ogni velleità ideale per assecondare le tendenze opportunistiche del parassitismo assistenziale della borghesia napoletana, fino ad oggi orientata a sinistra, e da domani magari di nuovo a destra, ma per motivi nient'affatto ideologici?
Che la borghesia si sia "spostata a sinistra"(mentre la destra ha oggi maggiori presenza nelle periferie metropolitane) è fenomeno non solo frutto del trasformismo meridionale e della capacità pervasiva del bassolinismo: si vada a vedere la mappa politica di Roma, con il forte radicamento popolare della destra estremista. Ma, intanto, continueremo nei prossimi giorni a raccontare non la leggenda ma la realtà del "Vomero" nero. 

2 commenti:

  1. Cavolo..quanto tempo è passato.....ricordo che per un breve periodo frequentai "l'Incontro" e tutti parlavano di Rosario di Tonino di Ernesto che languivano nelle patrie galere,e quando mi presentarono dopo un po di tempo Rosario e Tonino rimasi entusiasta di avere conosciuto per noi pivelli dei miti.Dio quanto tempo e passato.

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