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Due piccioni con una fava… Dal rimpasto capitolino Alemanno esclude Futuro e libertà e la Destra di Storace

di Giuseppe Parente
Il cambio della guardia al comune di Roma, è stato caratterizzato, dai soliti ipocriti ringraziamenti per l’impegno profuso ai vecchi assessori e con il classico in bocca al lupo e buon lavoro per i nuovi entrati. La “nuova” giunta di zecca, varata dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno può  anche vantare  sul benestare dei vertici nazionali del Popolo delle libertà e del premier Berlusconi e della solita influente comunità.

I suggerimenti dei vertici nazionali del pdl accompagnati da verifiche effettuate sul lavoro degli assessori ha prodotto setti assessori confermati e sei mandati a casa, per quanto riguarda i nuovi assessori ricordiamo: un tecnico per il bilancio come Carmine Lamanda, ex dirigente della Banca d’Italia al posto di Maurizio Leo,all’ambiente Marco Visconti sostituisce Fabio de Lillo, il presidente delle Acli Romane Gianluigi De Paolo alle politiche sociali al posto di Sveva Belviso, unica donna rimasta in giunta in qualità di assessore all’istruzione. Rimangono al proprio posto di combattimento  Marco Corsini ( urbanistica) Davide Bordoni ( commercio) Alfredo Antoniozzi (casa) Mauro Cutrufo ( turismo) Enrico Cavallai (personale) Fabrizio Ghera ( lavori pubblici). Gianni Alemanno, giustificava con queste parole il suo rimpasto :” siamo di fronte ad una giunta più aperta alla società civile, più rappresentativa del consiglio comunale in grado di servire al meglio gli interessi della nostra città, spendendo parole buone per gli assessori uscenti, definiti bravi, alcuni addirittura bravissimi ma  tuttavia era necessario rilanciare lo spirito di squadra. Nonostante gli scandali di questa nuova parentopoli, in salsa romana, che ha portato come risultato l’estromissione degli assessori De Lillo e  Marchi, senza ombra di dubbio, l’escluso più discusso è stato Umberto Croppi, che nonostante avesse ben lavorato, in qualità di assessore,  veniva estromesso dalla giunta Alemanno, in quanto colpevole di aver aderito al movimento Futuro e libertà per l’Italia, guidata dal traditore del popolo delle libertà, Gianfranco Fini.
Futuro e libertà, in una nota diffusa poche ore dopo la costituzione della nuova giunta, ha dichiarato tramite il coordinatore nazionale Adolfo Urso :” il sindaco di Roma non si è liberato dalle logiche delle correnti interni al suo partito, con eccesso di semplificazione, ha affidato due importanti assessorati a quelli che ritiene poteri a cui la politica in qualche modo deve soggiacere. Ci lascia interdetti, conclude l’esponente futurista la decisione su Umberto Croppi che non potendo nascere né su una valutazione di merito né di natura personale, segna, senza ombra di dubbio, una sudditanza nei confronti delle volontà di palazzo Chigi.
Un antico proverbio greco afferma che se Sparta piange Atene non ride, trasferendo tale proverbio alla complicata situazione del comune di Roma, se futuro e libertà “piange” per l’ingiusta esclusione di un suo aderente dalla carica di assessore, la Destra di Storace, divenuta ora alleato serio ed affidabile del centro destra di Berlusconi non ride, in quanto alle parole di Alemanno di allargamento degli orizzonti politici della maggioranza in seno al consiglio comunale di Roma, con il relativo ingresso de la Destra al governo della capitale di Italia, non sono seguiti i fatti,
Non poteva non mancare una nota polemica di Francesco Storace, sulla nuova giunta Alemanno pubblicata sul sito del partito http://www.storace.it/, con la quale, secondo il leader de la Destra lancia la sua candidatura a ex sindaco, varando una giunta debole come lui.
Una proposta politica di assoluta debolezza per la città di Roma e per il quadro politico cittadino. E’ evidente che il sindaco Alemanno rinuncia a rivincere le elezioni non volendo modificare metodi di governo,sarebbe inoltre no schiaffo alla democrazia e alla povera gente la moltiplicazione delle poltrone per sistemare i problemi della giunta, conclude il leader della destra.
Per amore della verità, in occasione del ballottaggio alle ultime elezioni comunali, la destra che aveva scelto di correre in solitaria, schierando il segretario nazionale del partito Storace, eletto poi consigliere comunale, appoggiò in maniera decisiva il candidato del centro destra Alemanno, nonostante non vi fosse nessuna alleanza elettorale tra il centro destra e il partito di Storace, esistendo ancora il veto su la Destra, da parte di una influente comunità romana che comunque aveva sostenuto Alemanno, non chiedendo nulla in cambio.
E’ altrettanto vero, come, nel corso di questi ultimi mesi, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ripetutamente e nel corso di manifestazioni politiche avesse sostenuto la necessità di allargare la maggioranza di governo che lo sostiene, anche nel corso di una manifestazione nazionale de la Destra, svoltasi a Roma, il 6 novembre 2010.
Ad onor del vero, la destra non ha mai chiesto assessorati al sindaco di Roma, pur avendo due consiglieri comunali ed essendo ora alleato serio e credibile del popolo delle libertà, dichiarandosi però pronta con un proprio assessore a collaborare al progetto di governo del territorio oltre che al progetto di alleanza con il centro destra che è in itinere in tutto il paese.

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