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Genova, ultras e sindrome securitaria

GENOVA - E' una guerriglia urbana quella che si e' scatenata durante le operazioni di deflusso degli ultra' serbi dallo stadio Ferraris dopo gli incidenti che hanno impedito che si giocasse Italia-Serbia. Alla follia della giornata in cui Genova e' stata messa sotto scacco, si e' aggiunta nuova follia: un inferno che richiama alla memoria gli scontri del G8 nel 2001. La rabbia dei tifosi serbi in attesa di lasciare Marassi, col passare delle ore e' cresciuta, esplodendo quando sono riusciti a sfondare un cancello della gabbia di prefiltraggio, che si trova all'esterno dello stadio e dentro la quale erano parcheggiati almeno una dozzina di pullman in attesa di essere scortati fuori dalla citta'. La polizia e' entrata per contenere la violenza e all'interno della gabbia si e' scatenato l'inferno. In tre sono rimasti feriti, fra questi un carabiniere. Le forze dell'ordine hanno poi tentato di respingere i facinorosi verso i portici dello stadio, e li' lo scontro si e' fatto piu' duro, provocando altri feriti: una quindicina e' il bilancio provvisorio, che nel corso della notte potrebbe salire. Sei feriti sono stati trasportati all'ospedale Galliera, altri sei all'ospedale San Martino (tra loro un poliziotto ed un carabiniere con traumi cranico e facciale), due al Villa Scassi e uno ha rifiutato il ricovero. Il piu' grave sarebbe il carabiniere, raggiunto - sembra - da un petardo vicino al volto. Le sirene delle ambulanze intanto tagliano l'aria mentre gli abitanti di Marassi dai balconi assistono attoniti. Un gruppo di ultra' di Genoa e Samp sarebbero andati sul posto per dar manforte alle forze dell'ordine, ma quest'ultime li avrebbero convinti a desistere e ad andarsene. Si diffonde la notizia, per ora non confermata ufficialmente, del ritrovamento di due bombe carta portate dagli ultra' serbi, ed e' in corso una perquisizione molto meticolosa. Gli uomini delle forze dell'ordine hanno in mano delle foto ed hanno fatto scendere tutti gli occupanti del veicolo, facendoli restare a torso nudo, sembra per controllare i tatuaggi (il facinoroso che prima della partita tagliava una rete di recinzione e istigava i tifosi aveva il volto celato da un passamontagna e vistosi tatuaggi sulle braccia). Intanto, dopo l'una di notte i pullman hanno iniziato a lasciare Marassi. fonte: Ansa
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Il dibattito impazza nell'arcipelago nero della Rete, tra un  Miro Renzaglia che pubblica in tempo reale un post di dura condanna e vari mafarkisti che rendono onore ai serbi e alla loro capacità di prendersi la ribalta mediatica per lanciare al mondo le loro rivendicazioni sul Kossovo (e quando - si spinge a chiedere un dirigente di CP - a Zagabria riusciremo a interrompere Croazia-Italia per parlare di Istria?)
ma quello che mi turba è la sindrome securitaria che ha colpito gli ultras genovesi. Turbati per le pisciate di massa? Afflitti dal vulnus all'orgoglio nazionale? Non mi pare, però, che abbiano avvertito analoghe pulsioni il 20 luglio del 2001. Furono infatti gli ultras a trasformare la resistenza più o meno passiva decisa dalle tute bianche in un atteggiamento di attacco alle forze dell'ordine, essendosi stancati di subirne le brutalità. E Carlo Giuliani fu sepolto con la sciarpa della sua Roma

7 commenti:

  1. In merito al mio articolo sui fatti di Genova di ieri, Fabio Polese ha commentato su Facebook, così:

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    e questa è stata la mia replica:

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  2. In merito, al mio articolo sui fatti di Genova di ieri, Fabio Polese ha commentato su Facebook, così:

    Caro Miro, sono in completo disaccordo con te. Credo che una manifestazione sportiva sia di per sé una grande opportunità di visibilità. Il loro combattere - forse facilmente, come hai sottolineato te - è comunque un modo per farsi vedere davanti all'opinione pubblica mondiale. In fin dei conti nessuno si è fatto male - fino ad ora - e davanti al nulla sono partite edizioni straordinarie dei TG che neanche per una guerra mondiale o, più concretamente, per il continuo martirio del popolo palestinese, accade. Saluti, Fabio Polese.

    e questa è stata la mia replica:

    Caro Fabio, tu credi davvero che queste due ore di pubblicità ottenuta in TV e sui giornali, muovano di un millimetro gli equilibri (anzi i disquilibri) Serbia-Kosovo? Io no. Quando D'Annunzio volle riconquistare Fiume all'Italia, organizzò la Marcia di Ronchi, non l'invasione di campo di una partita di calcio. Quello che hanno fatto i nazionalisti Serbi, prima al gay pride e poi a Genova è del tutto funzionale invece alla "Società dello spettacolo", quella che Guy Debord riteneva fosse niente altro che «Il cattivo sogno della società moderna incatenata, che non esprime in definitiva se non il suo desiderio di dormire».

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  3. L'unica cosa che posso dire è Onore agli ultrà di Genoa e Samp...

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  4. Beh Miro però stando al tuo ragionamento ogni tipo di manifestazione risulterebbe inutile, in quanto incapace di smuovere equilibri e squilibri decisi da entità superiori. Se poi vogliamo leggerla attraverso Debord, l'omone nero del Marassi mi sembra che abbia scombinato le coordinate del vero, sparigliando le comode certezze di molti (casuale o sintomatico: il link inserito da UMT per il forum vivamafarka è in realtà una pagina privata!). Se poi continuassimo a seguire la logica della società dello spettacolo non so se in tali binari vi rientrerebbero meglio i cliché del tipo ultras = caos o gli stilemi universalistici dei gay pride.

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  5. catrafuse credo che ti debba pulire la cache, il link che ho inserito è quello del dibattito dedicato da vmfk al tema

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  6. Catrafuse,

    per me il diritto di manifestare è sacro come la libertà di parola... poi, però, c'è modo e modo di manifestare e modo e modo di usare la libertà di parola. quelli scelti dai nazionalisti serbi, prima aggredendo il gay pride, poi replicando con quello scimmione arrampicato sulle gradinate di marassi mi sembrano prima che scemi, come sono, tutti inscritti e funzionali alla "società dello spettacolo". Probabilmente, ugualmente inscritti e funzionali, lo sono anche i manifestanti del Gay Pride, e non ho mai mancato di esprimere il dubbio in tal senso, ma non mi risulta che nel corso dei loro eventi mettano a ferro e fuoco una intera città... tanto meno mi risulta che aggrediscano fisicamente chicchessia...

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  7. D'accordo con te sul gay pride e il diritto di espressione. Sulla performance dello "scimmione" invece continuo a credere che, probabilmente al di là della sua volontà, qualche cortocircuito l'abbia creato. E non mi riferisco solo alla questione kosovara, ma anche alla manifesta contraddizione di un sistema che impone ai suoi tifosi ogni sorta di esperimento securitario (tessera in primis) e lascia passare tutto o quasi ai serbi del Ferraris.

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